mercoledì 1 aprile 2020

LE PROCESSIONI DI QUEST'ANNO

Ma chi l’ha detto che quest’anno le processioni degli incappucciati non ci saranno? Chi l’ha detta questa menzogna? Di certo qualcuno che non è carottese, qualcuno che non ha ancora capito cosa sono quelle processioni, chi siano quegli incappucciati.
Le processioni ci saranno regolarmente la sera del giovedì santo, la notte e la sera del venerdì santo, come ogni anno sfileranno per le nostre vie. Si è vero non saranno complete come gli altri anni ma ci saranno regolarmente. No, non sono pazzo. Noi sappiamo che a precedere gli incappucciati che noi vediamo ci sono tutti gli altri incappucciati, i nostri nonni, i nostri avi che per secoli hanno indossato quel sacco. Loro precedono il corteo che noi vediamo, filmiamo, fotografiamo. Noi carottesi lo sappiamo che sono lì, ombre di un passato più o meno remoto. Sappiamo che fanno parte di quei cortei, sappiamo perchè li sentiamo vivi e presenti in quelle sere e soprattutto in quella notte. Quest’anno saranno soli. A seguirli non avranno i tamburi, i cori, gli incappucciati di oggi costretti a casa da un “contrattempo”. Dalle nostre finestre, dai nostri balconi saremo lì ad attenderli, non li vedremo arrivare ma sapremo ad un certo punto che sono lì davanti a noi. Sapremo che lì davanti a noi c’è la signorina Lina a dirigere il Genti Tutte, sapremo che don Alberto sarà lì a guidare i suoi Neri pronto a commuoversi per le note del Calvario, rivedremo don Mattia dietro i bianchi di Mortora e don Antonino Alberino a seguire i rossi di Trinità. Tutti i vecchi cantori dei vari Misereri si saranno dati appuntamento per cantare più forte che mai e noi li sentiremo, la loro voce possente farà tremare le nostre anime. I cori delle voci bianche ci commuoveranno come accade da secoli, saranno bimbi di ogni epoca a radunarsi per dar voce alle strofe che nessuno ci ha mai insegnato ma che tutti noi sappiamo fin dalla nascita perchè sono incise nel nostro DNA. “Al Calvario, al Calvario, o redenti Ove l'ostia s'immola d’amor” canteranno i bimbi del Calvario, “Fra immensi, atroci spasimi si spense alfin la vita al Figlio dell'Eterno, dell'alma nostra aita” risponderanno i bimbi di Mortora. Saranno processioni colossali, il nostro nonno insieme al contadino del ‘700, il soldato della seconda guerra mondiale nella stella fila con il confratello che aiutava gli appestati nell’800. Tutti insieme a sostituire chi quest’anno non puo’ indossare quel sacco. Ombre bianche, rosse e nere avanzeranno solenni dal fondo dei secoli e saranno tutte allineate per le nostre strade a rinnovare una tradizione ed a ricordarci, forti delle loro esperienze, che nessuna notte è infinita e che se guardiamo bene l’alba già si intravede.